Capitolo 1

Poteva andar peggio,
avrebbe potuto piovere

Poteva andar peggio, avrebbe potuto piovere! Ci siamo divertiti lo stesso, ma non è stata una settimana facile. La prima avvisaglia che non tutto sarebbe andato come programmato l’abbiamo avuta ad Ancona nel pomeriggio del nostro primo giorno in sella alla EsseEsse9 di Energica, dopo un buon pranzetto a base di pappardelle al cinghiale in quel di Fano.

Arrivati al parcheggio degli Archi, non senza qualche difficoltà per le contorte indicazioni dell’assistente vocale di Google Maps, scopriamo che contrariamente a quanto ci aveva detto Rino Fantini di Riccione in Moto, la ricarica con il cavo tipo2 non sarebbe durata mezz’ora, ma oltre 4 ore. Contattiamo Rino che ci mette in comunicazione con Vito Minunni, ingegnere di Energica. Dobbiamo cercare le colonnine ccs2 in corrente continua (quelle che utilizza anche Tesla) se non vogliamo fermarci a lungo. Noi abbiamo prenotato un airbnb a Ripatransone, mancano una novantina di chilometri e non abbiamo sufficiente autonomia. Ne abbiamo già percorsi più di cento. Ricarichiamo per una mezz’oretta quel poco che si può e decidiamo di arrivare fino a Civitanova dove incontriamo la prima di una lunga serie di colonnine inutilizzabili.

Arriviamo così con il 2% di carica residua a Porto Sant’Elpidio alla Conad di via Caserta. Fortunatamente la presa ccs2 è libera e funziona. Perdiamo comunque venti minuti buoni per capire come attivarla senza tessera. Dall’applicazione di EnelX sembra non essere possibile. Il servizio clienti telefonico ci risolve il problema e ci suggerisce di richiedere la tessera. Te la spediscono a casa entro dieci giorni. Non fa per noi, così ci accreditiamo come ospiti (Guest). Sono già le 20, arriveremo in ritardo da Enrico. Lo avvisiamo e chiediamo di prenotarci un ristorante. Mentre la moto si ricarica (11.83 kWh per un totale Iva compresa di 5,92 euro) incontriamo Alessandro Brannetti. Sta andando a fare la spesa e si ferma incuriosito per sapere di chi sia l’Energica. Lui è il collaudatore. Ama più la pista che i tragitti lunghi, ma ha contribuito a sviluppare anche la EsseEsse9. Ci dice che la versione plus pesa 20 kg in meno e ha un’autonomia quasi doppia. Un incontro inaspettato e piacevole nel parcheggio di un supermercato. Dopo mezz’ora ripartiamo. Le mappe di Google non sono aggiornate e ci costringono a un giro dell’oca su stradine strette e sconnesse che sarebbe bello ripercorrere con la luce del sole. Arrivati a destinazione ci sorbiamo il cazziatone (giustificato) di Enrico, che fortunatamente si ammorbidisce quasi subito e ci accompagna in pizzeria. Il mattino seguente siamo quasi amici e viene con noi a fare colazione nel bar che domina tutta la piazza. Qui mi accorgo del portachiavi. 

Enrico fa il fotografo e forse ha il gusto del macabro. Non ero mai stato in un airbnb che ti consegna un portachiavi a forma di bara.
Faccio finta di niente, lo infilo in tasca prima che Carlotta possa notarlo e pensare a chi sa quali oscuri presagi. Dopo le nefande premonizioni di sua madre non si sa mai, anche se sono sicuro non sia il tipo. Da bambina rideva come una matta tutte le volte che vedeva la scena iniziale di Frankenstein junior, uno dei miei film preferiti.

Un’immagine di Frankenstein Junior con di Gene Wilder. Dal sito lascimmiapensa.com

Fedeli al motto “Si può fare!“, dopo aver visitato Ripatransone e percorso il vicolo più stretto d’Italia, ci dirigiamo verso Carassai, dove ci aspettano per le 10,30.

Leggi il secondo capitolo